Amsterdam by Ian McEwan

Amsterdam by Ian McEwan

autore:Ian McEwan
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788806183387
editore: Einaudi
pubblicato: 1998-05-14T22:00:00+00:00


PARTE QUARTA

CAPITOLO 1.

Rose Garmony si svegliò alle sei e trenta e, ancor prima di aprire gli occhi, le attraversò la mente il pensiero di tre bambini, e dei loro nomi: Leonora, John, Candy. Attenta a non disturbare il marito, scese dal letto e prese la vestaglia. Si era riletta gli appunti poco prima di spegnere la luce, e aveva incontrato i genitori di Candy nel pomeriggio.

Gli altri due erano casi di routine: una broncoscopia diagnostica in seguito all'aspirazione di un'arachide, e l'inserimento di un drenaggio per un ascesso polmonare. Candy era una bambina tranquilla originaria delle Indie Occidentali; la mamma le aveva tenuto i capelli ben pettinati e infiocchettati per tutto l'atroce decorso di una malattia lunga. L'intervento a cuore aperto sarebbe durato da un minimo di tre ore a un massimo di cinque, e l'esito restava incerto. Il padre era titolare di un negozio di verdure a Brixton ed era arrivato all'incontro con un cesto di ananas, mango e uva: un dono propiziatorio per la selvaggia divinità del bisturi.

La signora Garmony entrò a piedi nudi nella cucina invasa dal profumo dei frutti, e riempi il bollitore. Mentre l'acqua scaldava, Rose attraversò il corridoio stretto di casa fino al suo studio, dove preparò la borsa soffermandosi un'ultima volta a dare un'occhiata agli appunti.

Richiamò al telefono il presidente del partito, scrisse un messaggio al figlio già grande che stava dormendo nella stanza degli ospiti, e infine tornò in cucina a farsi il tè. Si portò la tazza alla finestra e, senza spostare la tenda di pizzo, guardò nella strada. Ne contò otto sul marciapiede di Lord North Street, tre più di quanti ce ne fossero il giorno prima alla stessa ora. Ancora non si vedevano telecamere, né gli agenti di polizia promessi dal ministro degli Interni in persona. Avrebbe dovuto far rimanere Julian al Carlton Garden, anziché li nel suo vecchio appartamento. Dovevano essere dei rivali, tutti quei tizi là fuori, eppure se ne stavano a chiacchierare in gruppo tranquillamente, come avventori di un pub in una sera d'estate. Uno di loro era inginocchiato per terra e attaccava qualcosa a un palo di alluminio. Si alzò e passò in rassegna le finestre finché sembrò accorgersi di lei. Rose lo fissò imperturbabile, mentre una telecamera avanzava ondeggiante nella sua direzione. Quando ebbe quasi inquadrato il suo viso, Rose si allontanò dalla finestra e salì a vestirsi. Un quarto d'ora dopo andò a sbirciare di nuovo, questa volta dalla finestra del soggiorno, al secondo piano. Si sentiva esattamente come le piaceva essere prima di una giornata impegnativa all'ospedale pediatrico: calma, concentrata e impaziente di incominciare il lavoro.

Nessun ospite a cena, niente vino a tavola, un'ora a studiare gli appunti, sette ore filate di sonno. Non avrebbe permesso a niente e a nessuno di alterare il suo umore, perciò tornò ad abbassare lo sguardo sul gruppo - erano in nove adesso - con uno stupore impassibile. L'uomo aveva calato il braccio estensibile così da appoggiarlo alla ringhiera.

Un altro stava arrivando con un vassoio di caffè presi al bar sulla Horseferry Road.



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